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Riforma Accesso Medicina 2025: via libera dalla Commissione Cultura del Senato

riforma accesso Medicina - via libera dalla Commissione Cultura del Senato

Riforma accesso Medicina 2025: voto favorevole della VII Commissione del Senato

La riforma dell’accesso a Medicina, Odontoiatria e Medicina Veterinaria (riforma Bernini) segna una svolta importante per tutti gli aspiranti studenti.

Il Senato, tramite la 7ª Commissione Cultura, ha dato il via libera definitivo al nuovo sistema, approvando il decreto legislativo che rivoluziona i criteri di accesso ai corsi di laurea magistrale a ciclo unico LM-41, LM-46 e LM-42.

Come chiarito nel decreto legislativo, questa riforma non modifica il test per le professioni sanitarie né quello per Medicina in inglese, i cui esami continueranno a svolgersi a settembre. Da sottolineare che la riforma non introduce il tanto discusso numero aperto a Medicina: il numero chiuso rimane invariato.

Ma quali sono, quindi, i cambiamenti principali?

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Cosa cambia con la riforma accesso a Medicina

Il fulcro della riforma è l’introduzione del cosiddetto semestre filtro, che sostituirà il tradizionale test d’ingresso a Medicina a numero programmato nazionale.

Gli studenti potranno iscriversi tutti al semestre filtro, durante il quale seguiranno le lezioni e sosterranno esami scritti e in simultanea su tutto il territorio nazionale per l’accesso al secondo semestre.
Al termine di questo semestre, solo chi risulterà in graduatoria nazionale per merito potrà proseguire nel secondo semestre e completare l’immatricolazione ai corsi di Medicina e Chirurgia, Odontoiatria o Medicina Veterinaria. Chi non supera la selezione potrà continuare gli studi in corsi di laurea affini, mantenendo i CFU già ottenuti.

Iscrizione e Immatricolazione

La riforma distingue tra “iscrizione” al semestre filtro e “immatricolazione” effettiva al corso di laurea, che avverrà solo dopo il superamento della graduatoria.

Dettagli tecnici della riforma

Secondo il Dlgs Bernini:

  • Le prove d’esame durante il semestre filtro saranno scritte e somministrate simultaneamente su tutto il territorio nazionale.
  • Il Ministero definirà con appositi decreti i dettagli su classi di laurea affini (area biomedica, sanitaria, farmaceutica, veterinaria), modalità di iscrizione simultanea, durata e status dello studente.
  • Le Università potranno derogare temporaneamente ai criteri standard sul numero minimo di docenti per classe e potranno organizzare attività didattiche integrative.
  • Le materie fondamentali al semestre filtro includeranno scienze fisiche, chimiche, biologiche e ora anche biochimiche.
  • La riforma si estende fin da subito anche ai corsi in lingua inglese organizzati dalle università statali.

Raccomandazioni della Commissione

La Commissione Istruzione ha accompagnato il parere positivo al D.lgs con 12 raccomandazioni tecniche tra cui:

  • Chiarezza su termini come “iscrizione” e “immatricolazione”.
  • Proposta di gratuità dell’iscrizione al semestre filtro per Medicina, Odontoiatria e Veterinaria.
  • Esclusione dell’applicazione della riforma alle accademie militari.
  • Riconoscimento di crediti formativi ottenuti nei licei a curvatura biomedica (non validi per la graduatoria, ma valorizzati nel percorso universitario).

Tempistiche e Attuazione

La Ministra Bernini punta a far entrare in vigore la riforma accesso Medicina già dal 2025, segnando l’abolizione del tradizionale test di ammissione a medicina. Ecco i prossimi passaggi del processo:

  • Il decreto legislativo dovrà essere approvato dalla Conferenza Stato-Regioni e dalle commissioni competenti, le quali hanno 30 giorni per esprimere il loro parere. Il 9 aprile scorso, il testo è stato assegnato alle Commissioni V e VII della Camera;
  • Successivamente, il decreto tornerà al Consiglio dei Ministri per la sua approvazione definitiva;
  • Una volta approvato, ci saranno 60 giorni per definire i dettagli attraverso i decreti ministeriali.

L’entrata in vigore della riforma accesso Medicina è prevista già dall’anno accademico 2025/26. Si attende ora il parere della Commissione competente alla Camera e, successivamente, il via libera definitivo dal Consiglio dei Ministri.

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