Erik Erikson e le fasi dello sviluppo psicosociale

Erik Erikson - le fasi dello sviluppo psicosociale

Le fasi dello sviluppo psicosociale di Erik Erikson

La teoria delle fasi dello sviluppo psicosociale di Erik Erikson è considerata una delle pietre miliari della psicologia moderna. Infatti, permette non solo di comprendere le dinamiche interne dell’individuo, ma anche di leggere le sue interazioni con l’ambiente circostante.

Le sue otto fasi si applicano a tutti, indipendentemente dal background culturale. Sebbene formulata ormai da tempo, è ancora oggi studiata e applicata non solo in psicologia clinica, ma anche in pedagogia e sociologia.

In questa guida ne analizzeremo in dettaglio tutte le fasi previste e i conflitti che, in ciascuna fase, l’individuo si trova ad affrontare.

Indice
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Erik Erikson, chi era

Prima di approfondirne la teoria principale, quella delle fasi dello sviluppo psicosociale, è interessante chiarire qualche cenno sulla biografia di Erikson.

Erik Erikson, psicologo e psicoanalista tedesco naturalizzato americano, è una figura ben nota nella psicologia dello sviluppo. Nato nel 1902, ha rivoluzionato il modo in cui comprendiamo la crescita umana, introducendo un modello che collega la psicologia individuale al contesto sociale e culturale.

A differenza di Freud, Erikson ha esteso il focus oltre l’infanzia, coprendo tutto l’arco della vita umana.

Lo psicologo è celebre per aver coniato il termine di crisi psicosociale, descrivendo come ogni fase della vita sia caratterizzata da un conflitto centrale il cui esito influenza lo sviluppo della personalità. Questo concetto è di basilare importanza, perché ha portato a una nuova comprensione del comportamento umano.

Le fasi dello sviluppo psicosociale

Erik Erikson è conosciuto soprattutto per la sua teoria delle otto fasi dello sviluppo psicosociale. Secondo lo psicologo, lo sviluppo umano deve passare per diverse tappe, otto per l’appunto. Ognuna delle fasi prevede un conflitto: l’individuo potrà passare alla fase successiva solamente quando risolverà tale conflitto.

Le otto fasi previste da Erikson sono:

  • fiducia vs sfiducia
  • autonomia vs vergogna e dubbio
  • iniziativa vs senso di colpa
  • industriosità vs inferiorità
  • identità vs confusione dei ruoli
  • intimità vs isolamento
  • generatività vs stagnazione
  • integrità dell’Io vs disperazione


Fasi dello sviluppo secondo Erik Erikson: fiducia e sfiducia

La prima fase dello sviluppo psicosociale, secondo Erik Erikson, è quella della fiducia – sfiducia. Si tratta della fase che coincide col primo anno di vita dell’individuo il quale, se viene adeguatamente accudito, svilupperà fiducia.
Purtroppo, può anche capitare che le cure offerte dalle figure genitoriali siano carenti. In questo caso, il bambino svilupperà sfiducia e inadeguatezza.

Ci sono, comunque, dei livelli di sfiducia che sono comunque positivi: se presente a piccole dosi, anche la sfiducia può garantire equilibrio.

Autonomia vs vergogna e dubbio

La seconda fase dello sviluppo individuata da Erik Erikson è quella dell’autonomia contrapposta a vergogna e dubbio.

La vivono gli individui tra i 2 e i 3 anni, quando nascono le prime esigenze di autonomia. Tuttavia, frequenti e ripetuti insuccessi potrebbero portare a vergogna e dubbio.

Particolarmente importante, in questa fase, è il raggiungimento del pieno controllo sfinterico. In questa fase, è importante che i caregiver accompagnino il bambino o la bambina sostenendolo ed evitando frustrazioni che potrebbero generare future insicurezze.

Iniziativa e senso di colpa

Tra i 4 e i 5 anni l’individuo vivrà la fase dell’iniziativa contrapposta a eventuale senso di colpa. A questa età, si vivono delle scoperte e si fanno esperimenti che, però, non sempre incontrano il parere favorevole dei genitori.

In caso di eccessiva esuberanza, si genera un conflitto coi caregiver, che può generare senso di colpa nel giovanissimo individuo.

Questa fase è fondamentale, perché inizia lo sviluppo della morale: alla fine della fase, il piccolo deve aver imparato a comportarsi responsabilmente.

Erik Erikson e la fase industriosità – inferiorità

Con l’ingresso a scuola, il bambino (o la bambina) deve confrontarsi con la fase dell’industriosità contrapposta al senso di inferiorità.

Secondo Erik Erikson, tra i 6 e i 12 anni l’individuo deve acquisire le abilità scolastiche principali, ma potrebbe trovare difficoltà. Si tratta infatti di abilità nuove e, per questo, complesse.

Il confronto coi compagni, se l’individuo riscontra difficoltà, potrebbe far insorgere un senso di inferiorità. Il che coinciderà con lo sviluppo di depressione e disturbi psicologici. Per questo, Erikson consiglia ai caregiver di evitare di far pesare eccessivamente gli insuccessi scolastici.

Identità e dispersione tra i 13 e i 18 anni

Nel periodo dell’adolescenza, tra i 13 e i 18 anni, il giovane individuo si troverà a vivere il conflitto derivante dalla confusione dei ruoli. Erik Erikson definisce questa fase come “identità contro dispersione”.

Il giovane è alla ricerca del suo posto nel mondo, sia per quanto riguarda la società che per ciò che concerne il suo futuro professionale. Si trova inoltre a fare i conti con l’acquisizione della sua identità di genere.

Il conflitto può considerarsi superato solamente se l’individuo riuscirà a formulare idee chiare sul proprio Io.

Identità contro isolamento

Il conflitto successivo, secondo Erik Erikson, riguarda la ricerca dell’intimità e la fusione con gli altri che si contrappone al bisogno di isolamento.

Tra i 19 e i 25 anni si sperimentano le prime relazioni di coppia significative, il che può condurre a matrimonio o convivenza. Se, però, le relazioni non sono sane e non si consolidano adeguatamente i rapporti, avverrà una sorta di chiusura dell’individuo, che tenderà a isolarsi.

Generatività e stagnazione

Le sfide della vita proseguono con la penultima fase dello sviluppo psicosociale secondo Erik Erikson. Tra i 26 e i 40 anni, l’individuo cercherà di produrre qualcosa di positivo da dare agli altri.

Che si tratti di mettere al mondo un figlio o di successi professionali, l’individuo ormai adulto vuole lasciare il proprio segno nel mondo.

Se riesce a creare qualcosa che lo soddisfa, potrà sviluppare un senso di generatività. In caso contrario, l’insoddisfazione potrebbe portare a stagnazione.

L’ultima fase della vita secondo Erik Erikson: integrità dell’Io vs disperazione

Dopo i 40 anni, e in particolare con il superamento dei 65 anni, l’individuo inizierà a tracciare un bilancio complessivo della propria vita. Ed è in questo punto dell’esistenza, secondo Erikson, che inizia la fase dell’integrità dell’Io contrapposta alla disperazione.

Se riesce ad accettarsi e ha realizzato diversi obiettivi, svilupperà integrità dell’Io. In caso contrario, si manifesterà un senso di disperazione.

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