La struttura generale della gabbia toracica
Si tratta di una struttura anatomica fondamentale per la protezione degli organi vitali presenti nel torace, tra cui i principali sono il cuore e i polmoni. La formano dodici paia di costole, un osso centrale chiamato sterno e le dodici vertebre toraciche a livello posteriore. Non dobbiamo poi dimenticarci dei muscoli e delle cartilagini intercostali.
Al di sopra di questa struttura troviamo il collo, mentre al di sotto c’è il muscolo del diaframma, che segna anche il confine fra la cavità del torace e quella addominale.
Le componenti ossee: lo sterno e le costole
La gabbia toracica nella sua porzione anteriore si compone delle costole e dello sterno.
Questo si presenta come un osso lungo e piatto, che possiamo suddividere in tre porzioni, che dall’alto verso il basso denominiamo manubrio, corpo e processo xifoideo.
Sul manubrio troviamo due depressioni laterali su cui si inserisce il primo paio di costole oltre a due incisioni che invece sono i punti di innesto delle clavicole.
La porzione del corpo offre ancoraggio totale a 4 paia di costole, dalla terza alla sesta coppia, e parziale al secondo e settimo paio (che si collegano anche rispettivamente al manubrio e al processo xifoideo).
Infine il processo xifoideo è la parte dello sterno che rimane prevalentemente cartilaginea fino alla mezza età.
A delimitare questa struttura troviamo 24 ossa nastriformi e arcuate, che possiamo suddividere in tre gruppi. Le prime sette paia (costole vere) hanno un’inserzione diretta sullo sterno tramite cartilagini costali distinte per ogni coppia, mentre dall’ottavo al decimo paio parliamo di costole false, che si collegano allo sterno con cartilagini costali fuse insieme. Infine le ultime due paia non hanno un’inserzione sullo sterno e sono dette costole fluttuanti.
La gabbia toracica e i contatti con la colonna vertebrale
Sappiamo che la componente ossea principale della schiena è la colonna vertebrale, formata da 33-34 ossa di piccole dimensioni cave all’interno, le vertebre. Queste si suddividono a loro volta in cervicali, toraciche, lombari, sacrali e coccigee. Il gruppo delle vertebre toraciche conta dodici ossa in tutto, così come abbiamo dodici paia di costole, e non si tratta di una corrispondenza casuale.
Ogni paio di costole infatti si articola con una vertebra toracica (T1-T12), che così va a costituire la parte posteriore della gabbia toracica e ha il compito di sostenerla e stabilizzare la sua posizione. Ognuna di queste vertebre presenta, oltre ai processi trasverso e spinoso, altri due processi superiori e due inferiori. La prima di questa porzione della colonna, T1, si inserisce all’altezza delle spalle, mentre l’ultima (T12) si trova poco sotto il diaframma.
I muscoli intercostali
Abbiamo citato in precedenza i muscoli intercostali, detti anche muscoli respiratori. Come suggerisce il nome si inseriscono nella gabbia toracica nello spazio presente tra le costole adiacenti fra loro. Possiamo suddividerli in interni, esterni e intimi in base al livello di profondità a cui si trovano nella cavità toracica.
Quelli esterni sono i più superficiali e consistono in 11 paia di fasci muscolari, esattamente come gli spazi presenti fra le coste. Originano dalla costola sottostante e si inseriscono sul bordo inferiore della precedente e coadiuvano l’inspirazione. I muscoli intercostali interni sono situati dietro quelli esterni, e sono coinvolti nell’espirazione, così come gli intimi. Questi ultimi sono separati dalla muscolatura interna da una struttura composta da nervi e vasi sanguigni detta fascia neurovascolare.
La contrazione e il rilassamento dei muscoli intercostali determina lo spostamento delle costole e dello sterno, aumentando o diminuendo il volume della gabbia toracica. Come avviene per il diaframma l’attività di questi muscoli è semi-involontaria, il che ci permette la respirazione a riposo e durante il sonno.
Al tempo stesso però intervengono nella respirazione forzata, cioè quando introduciamo maggiori volumi d’aria in breve tempo. Per esempio dopo uno sforzo fisico importante, quando dobbiamo ripristinare i valori normali di ossigeno nel sangue.