Osteopata: cosa fa e come diventarlo

Osteopata - cosa fa e come diventarlo

La figura dell'osteopata

L’osteopata è una figura professionale sempre più richiesta nel panorama sanitario moderno, grazie alla sua capacità di integrare conoscenze mediche e approccio olistico per promuovere il benessere globale della persona.
Attraverso una visione che considera corpo, mente e struttura come un sistema unico e interconnesso, l’osteopata si concentra non solo sul sintomo, ma sulle cause profonde del disturbo, favorendo i naturali processi di autoguarigione dell’organismo.

Questo professionista utilizza manovre e tecniche manuali mirate per migliorare la mobilità articolare, alleviare tensioni muscolari e ottimizzare il funzionamento del sistema nervoso, circolatorio e linfatico.
L’obiettivo è quello di ripristinare l’equilibrio e armonizzare le funzioni corporee, intervenendo in modo personalizzato a seconda delle caratteristiche del paziente.

Oggi l’osteopatia è riconosciuta come una disciplina complementare alla medicina tradizionale e trova applicazione in numerosi ambiti, dalla riabilitazione posturale alla gestione dello stress e del dolore cronico, fino al supporto di bambini, sportivi e anziani.

In questo articolo scopriremo chi è l’osteopata, quali tecniche utilizza e come intraprendere il percorso formativo per diventarlo, approfondendo anche i principali ambiti di intervento e i benefici scientificamente riconosciuti dell’osteopatia.

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Chi è l’osteopata 

L’osteopata è un professionista sanitario specializzato nella valutazione e nel trattamento di disfunzioni muscolo-scheletriche, articolari, viscerali e cranio-sacrali.

Si tratta di un operatore sanitario che adotta un approccio olistico, dal momento che considera il corpo come un sistema capace di autoregolarsi e mantenere l’equilibrio naturale. In questo senso, il suo lavoro non si limita alla gestione del sintomo, ma si concentra sulle possibili cause profonde dei disturbi quali postura, mobilità articolare, stato dei muscoli, degli organi e relazione tra mente e corpo.

Un professionista può intervenire su pazienti di tutte le età e su condizioni molto diverse. Tra le più diffuse:

  • dolori articolari o muscolari;
  • problematiche posturali;
  • disturbi digestivi;
  • traumi sportivi;
  • cefalee ed emicranie. 

Inoltre, a differenza di altre figure sanitarie, come ad esempio il fisioterapista o il chiropratico, egli non utilizza strumenti elettromedicali né farmaci, ma si affida esclusivamente alle tecniche manuali apprese durante il percorso formativo.

Ad oggi in Italia, dal punto di vista normativo, l’osteopata è riconosciuto come professionista sanitario grazie alla Legge Lorenzin del 2018 e al DPR 131 del 2021. In particolare, questa regolamentazione stabilisce il profilo professionale e i requisiti per l’esercizio dell’attività, permettendo di integrare il trattamento osteopatico con altre terapie mediche o riabilitative.

Cosa fa un’osteopata: tecniche e trattamenti 

Come abbiamo visto finora, il lavoro dell’osteopata si basa sull’uso di tecniche manuali specifiche, mirate a correggere disfunzioni articolari, muscolari e viscerali.

Nello specifico, i principali tipi di manipolazione sono:

  • strutturale: agisce su articolazioni e muscoli per migliorare la mobilità e la funzionalità, con effetti anche sul sistema nervoso;
  • viscerale: interviene sugli organi interni, influenzando dolori somatici che possono avere origine da disfunzioni viscerali;
  • fasciale: lavora sul tessuto fasciale, elemento chiave per l’equilibrio del corpo;
  • cranio-sacrale: migliora il funzionamento del sistema cranio-sacrale e la mobilità del liquido cerebrospinale, riducendo tensioni e dolori diffusi.

Un percorso di trattamento con un professionista può variare in durata e frequenza a seconda della complessità del disturbo ma, a livello generale, si prevede un ciclo iniziale di 3-6 sedute. Una seduta tipica prevede:

  • anamnesi e raccolta dati: analisi di stile di vita, storia clinica ed abitudini del paziente;
  • valutazione fisica e posturale: esame di postura, mobilità articolare e tensioni muscolari;
  • trattamento manuale: applicazione delle tecniche osteopatiche più adatte al caso;
  • pianificazione del percorso: indicazioni su esercizi da eseguire autonomamente e consigli per favorire il recupero.

Infine, è fondamentale ricordare che l’osteopata non è un medico ed assume un ruolo prevalentemente complementare e preventivo. Per questo motivo, in caso di patologie sospette ha l’obbligo di invitare il paziente a rivolgersi a un medico specialista.

Percorso formativo 

Ad oggi in Italia, per diventare osteopata è necessario completare un percorso universitario triennale in Osteopatia (L-SNT4), introdotto con il decreto interministeriale 1563 del 2023. L’accesso è a numero chiuso e richiede il superamento del test di ammissione alle professioni sanitarie. 

Il corso fornisce una preparazione teorico-pratica completa, con attività di tirocinio altamente professionalizzanti. In particolare, tra le varie lezioni previste, le principali sono:

  • Storia della Medicina;
  • Biongegneria;
  • Medicina Fisica e Riabilitativa;
  • Scienze tecniche mediche e applicate;
  • Malattie dell’apparato locomotore;
  • Scienze infermieristiche e tecniche neuro-psichiatriche e riabilitative.

Oltre alle competenze tecniche, uno osteopata deve sviluppare anche soft skills quali ascolto attivo, empatia, comunicazione chiara e capacità di problem solving. Si tratta infatti di caratteristiche fondamentali per instaurare un rapporto di fiducia con il paziente e personalizzare i trattamenti.

Esistono inoltre due alternative al percorso universitario: la prima è il DOMROI, che prevede un percorso di cinque anni con 1000 ore di tirocinio e un esame finale. Il diploma consente di iscriversi al registro nazionale dei professionisti. La seconda è la Laurea in Scienze Motorie con una successiva specializzazione in Osteopatia.
Essa permette di usufruire di alcune convalide per alcune materie già affrontate, riducendo la durata del corso.

Inoltre, esistono master post-laurea che permettono di approfondire trattamenti avanzati su pazienti con disabilità o condizioni complesse

Vantaggi ed opportunità professionali

Ad oggi, intraprendere la carriera di osteopata è ottimale e può essere estremamente gratificante perché sono sempre più in aumento le opportunità di lavoro. Infatti, la domanda è crescente e molte persone cercano trattamenti olistici, in quanto personalizzati, non invasivi e stimolanti l’autoguarigione naturale.

Inoltre, si tratta di una carriera che offre molti vantaggi sia a livello professionale che personale. In particolare:

  • flessibilità e autonomia: l’osteopata può lavorare come libero professionista, aprire uno studio privato o collaborare con centri medici, sportivi o riabilitativi;
  • opportunità economiche: lo stipendio medio netto è di circa 2.200 € mensili, un’ottima cifra che può inoltre essere maggiore per chi gestisce uno studio privato con una clientela consolidata;
  • ampia possibilità di crescita professionale: ad oggi, infatti, la regolamentazione della professione garantisce maggiori tutele e possibilità di collaborazione con altri specialisti.

Come abbiamo visto insieme, l’osteopata è un professionista sanitario che integra competenze anatomiche, fisiologiche e cliniche con un approccio olistico, intervenendo manualmente per migliorare la funzionalità del corpo e stimolare l’autoguarigione. La regolamentazione ufficiale, i percorsi formativi universitari e le possibilità di specializzazione rendono questa professione completa e flessibile, rispondendo alla crescente domanda di trattamenti personalizzati e orientati al benessere globale. 

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