Plancton: cos’è e perché è così importante per l’ecosistema

Plancton - cos’è e perché è così importante per l’ecosistema

Perché il plancton è così importante per l’ecosistema

Nel vasto scenario degli oceani e dei mari, esiste una realtà microscopica che regola l’equilibrio dell’intero pianeta: il plancton. Invisibile a occhio nudo eppure essenziale per la vita sulla Terra, questo insieme di organismi pelagici rappresenta la base della catena alimentare marina e svolge un ruolo decisivo anche nella regolazione del clima globale. 

Approfondiamo la conoscenza del Plancton per comprendere non solo il funzionamento degli ecosistemi acquatici, ma anche la relazione vitale che lega il mondo sommerso all’esistenza umana.

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Che cos’è il plancton

Il termine “plancton” deriva dal greco planktos, che significa “errante” o “vagabondo”.
Questa definizione descrive perfettamente la natura di questi minuscoli esseri viventi: non potendo nuotare controcorrente, si lasciano trasportare dai movimenti delle correnti marine e fluviali. Il plancton non rappresenta un’unica specie, bensì una categoria eterogenea di organismi che vivono sospesi nelle acque, con caratteristiche e funzioni molto differenti tra loro.

Il loro habitat principale è costituito dagli oceani, che ne ospitano una quantità immensa, ma sono presenti anche nei mari interni, nei laghi e perfino nei corsi d’acqua dolce. Nonostante le dimensioni ridotte, la biomassa complessiva del plancton è impressionante e superiore a quella di molti altri gruppi viventi.

Organismi pelagici: i protagonisti invisibili

Il plancton appartiene al gruppo degli organismi pelagici, cioè quegli esseri che abitano la colonna d’acqua senza avere un legame diretto con il fondale marino.
Questa distinzione è importante perché consente di differenziarli dai bentonici, che vivono ancorati al substrato, e dai nectonici, capaci di muoversi attivamente, come i pesci e i mammiferi marini.

Gli organismi pelagici planctonici sono quindi sospesi tra le correnti e costituiscono il primo anello di una catena complessa, sostenendo forme di vita molto più grandi e articolate. La loro apparente fragilità nasconde, in realtà, un potere straordinario: quello di essere il motore dell’ecosistema marino e una delle risorse più importanti per l’intero pianeta.

Fitoplancton: i produttori primari

Tra i componenti del plancton spicca il fitoplancton, formato da organismi microscopici dotati di clorofilla.
La loro funzione è paragonabile a quella delle piante terrestri: attraverso la fotosintesi clorofilliana catturano l’energia solare, producono ossigeno e fissano l’anidride carbonica atmosferica.

Si stima che il fitoplancton sia responsabile di circa il 50% dell’ossigeno che respiriamo.
Ciò significa che ogni respiro quotidiano è reso possibile anche dall’attività incessante di queste minuscole cellule immerse nell’acqua. Inoltre, fissando l’anidride carbonica, il fitoplancton svolge un ruolo fondamentale nel mitigare gli effetti del cambiamento climatico e nell’assorbire parte delle emissioni derivanti dalle attività umane.

Dal punto di vista ecologico, il fitoplancton rappresenta la base della catena alimentare marina. Pesci, crostacei e organismi più complessi dipendono dalla sua produzione di materia organica, che viene trasferita di livello in livello fino a raggiungere i grandi predatori e, indirettamente, anche l’uomo.

Zooplancton: i consumatori primari

Accanto al fitoplancton si trova lo zooplancton, costituito da organismi eterotrofi che si nutrono proprio del fitoplancton o di altri piccoli componenti del plancton stesso. In questa categoria rientrano protozoi, piccoli crostacei come i copepodi, larve di pesci e di invertebrati.

Lo zooplancton ha un compito altrettanto essenziale: trasferire l’energia prodotta dal fitoplancton ai livelli successivi della catena trofica. Senza questo passaggio, la ricchezza di energia generata dalla fotosintesi rimarrebbe confinata negli strati microscopici della vita marina, senza raggiungere i livelli superiori.

Inoltre, la varietà dello zooplancton garantisce un equilibrio dinamico negli ecosistemi acquatici. Alcune specie emergono solo in determinati periodi dell’anno, seguendo cicli stagionali che regolano la disponibilità di cibo per pesci e altri organismi.

Il plancton nella catena alimentare marina

Il valore del plancton diventa ancora più evidente osservando la sua posizione all’interno della catena alimentare. Ogni organismo, dai minuscoli invertebrati fino alle balene, dipende in misura diretta o indiretta dal plancton.

Il fitoplancton produce sostanza organica, lo zooplancton la consuma e diventa nutrimento per organismi più grandi, come piccoli pesci e crostacei. Questi, a loro volta, sostengono i predatori intermedi, fino ad arrivare ai grandi predatori come squali, tonni e mammiferi marini. Persino le balene, nonostante le loro dimensioni gigantesche, basano la loro dieta sull’ingestione di enormi quantità di krill, un componente dello zooplancton.

Questa struttura piramidale dimostra come la vita marina, nelle sue forme più complesse, sia strettamente dipendente dall’attività di organismi invisibili. L’interruzione o l’alterazione di questo equilibrio avrebbe ripercussioni devastanti sull’intero ecosistema.

Il ruolo del plancton nel clima globale

Oltre a sostenere la vita negli oceani, il plancton svolge una funzione cruciale nella regolazione del clima terrestre. Attraverso la fotosintesi, il fitoplancton assorbe grandi quantità di anidride carbonica dall’atmosfera, contribuendo a ridurre l’effetto serra. Quando questi organismi muoiono, parte del carbonio immagazzinato viene trasportato negli strati profondi degli oceani, dove rimane intrappolato per secoli.

Questo processo, noto come “pompa biologica del carbonio”, è una delle più grandi riserve naturali di stoccaggio del carbonio e rappresenta un alleato insostituibile nella lotta contro il riscaldamento globale.

Anche lo zooplancton contribuisce indirettamente a questo meccanismo, ingerendo il fitoplancton e trasferendo la materia organica verso gli strati inferiori dell’oceano. In tal modo, il ciclo del carbonio trova nel plancton uno dei suoi attori principali.

Minacce al plancton e conseguenze sull’ecosistema

Nonostante la sua importanza, il plancton è oggi minacciato da numerosi fattori ambientali.
L’aumento della temperatura delle acque, l’acidificazione degli oceani dovuta all’eccesso di anidride carbonica e l’inquinamento chimico e plastico stanno modificando la distribuzione e la vitalità di questi organismi.

Il fitoplancton, in particolare, risente dei cambiamenti della disponibilità di nutrienti e della temperatura. Una riduzione della sua presenza comporterebbe un calo nella produzione di ossigeno e un minore assorbimento di carbonio atmosferico. Allo stesso tempo, lo zooplancton, privato di risorse sufficienti, comprometterebbe l’intera catena alimentare, mettendo a rischio la sopravvivenza di molte specie ittiche e dei grandi predatori.

Le conseguenze non riguardano soltanto la biodiversità marina ma anche la sicurezza alimentare dell’uomo, che dipende in gran parte dalla pesca e dall’equilibrio delle risorse acquatiche.

Conoscere il plancton per proteggere il futuro

Lo studio del plancton rappresenta oggi una delle sfide più interessanti e decisive per la scienza. Monitorare la sua presenza, comprendere i suoi cicli stagionali e analizzare gli effetti dei cambiamenti climatici su questi organismi significa acquisire strumenti preziosi per la tutela dell’ecosistema marino e per la salvaguardia della vita sulla Terra.

Numerosi istituti di ricerca e programmi educativi si impegnano a diffondere la consapevolezza sull’importanza del plancton. La conoscenza di questi organismi non è soltanto una questione scientifica, ma diventa un tema culturale ed educativo: comprendere che la vita di ogni essere umano è legata a quella di microscopici organismi acquatici è un passo fondamentale per sviluppare una nuova coscienza ecologica.

Conclusione

Il plancton è molto più di un insieme di esseri microscopici che fluttuano nelle acque. È la base della vita marina, il motore della catena alimentare e un regolatore naturale del clima globale. Senza il contributo del fitoplancton e dello zooplancton, l’equilibrio della biosfera sarebbe irrimediabilmente compromesso.

Riconoscere l’importanza di questi organismi pelagici significa comprendere quanto sia delicato il legame che unisce la Terra ai suoi ecosistemi marini.
La protezione del plancton non è quindi solo una responsabilità scientifica, ma un impegno collettivo per garantire un futuro sostenibile.

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