Che cosa sono le mappe concettuali
Quando si parla di metodo di studio le mappe concettuali sono uno dei primi strumenti che si propone agli studenti. Si tratta infatti di un sistema di rappresentazione grafica delle informazioni che è in grado di mettere in evidenza le relazioni fra i vari concetti.Â
Per sviluppare questa tipologia di schema però si parte sempre da quello che il tema portante, a cui si collegano poi le nozioni secondarie. Ogni persona può costruirne uno diverso per uno stesso argomento, perché può costruire collegamenti diversi fra i vari temi.Â
Le due tipologie principali di mappaÂ
Per consentire una certa versatilità a questo schema non esiste un solo modo per costruire le mappe concettuali, ma ce ne sono due. Uno segue un modello di ragionamento molto lineare ed è la tipologia gerarchica, dove è evidente un percorso fra due concetti principali.
La lettura di una mappa gerarchica può procedere dal basso verso l’alto o dall’alto verso il basso a seconda di dove si colloca il punto di partenza. Questo non significa che sia il sistema più semplice di organizzare lo schema, perché bisogna comunque studiare bene la collocazione dei concetti. Prima quelli principali, a seguire i dettagli.
Un secondo modo di impostare le mappe concettuali è disegnarle in modo ramificato, partendo dal tema principale collocato al centro e collegandovi tutti le nozioni. Torna infatti utile quando non si riesce a dare una gerarchia ai concetti e quindi si cerca di posizionarne più di uno allo stesso livello.Â
I vari sotto-argomenti sviluppati a partire dal tema centrale avrà a sua volta più di un collegamento, dando luogo a rappresentazioni grafiche molto articolate. Può essere facile perdersi, per questo ognuno deve seguire la propria organizzazione mentale.Â
I passaggi principali per progettare le mappe concettualiÂ
Prima di iniziare a sistemare i concetti all’interno di uno schema la prima cosa da fare è annotarli in un elenco a parte, in modo da essere sicuro di non dimenticarne nessuno. Ma vedere tutte le nozioni insieme può anche aiutare a fare una parziale scrematura e togliere quelli che possono sembrare ridondanti.
Il secondo passaggio richiede di definire quelli che sono i nodi concettuali e di conseguenza i collegamenti che li uniscono. I primi corrispondono ai concetti chiave, quelli che in tutte le mappe concettuali reggono l’architettura e danno un senso all’impostazione.Â
I collegamenti invece si rappresentano tramite frecce unidirezionali che collegano i nodi per indicare quale nozione deriva da un’altra. Per rendere la lettura della mappa più facile si possono aggiungere delle brevi frasi che spieghino la ragione dei collegamenti disegnati.
In queste piccole “etichette” non deve mancare un verbo che si possa usare anche quando si espone l’argomento. Ad esempio determinare, derivare, generare.Â
L’ultimo passaggio che non si può saltare riguarda la personalizzazione dello schema, un tocco personale che lo renda semplice e immediato per chi deve studiarlo. Può riguardare un utilizzo strategico dei colori, uso di simboli o di abbreviazioni per i concetti più complessi. Non importa siano chiari a tutti, ma che velocizzino l’attività di studio e di apprendimento.
Quali sono i trucchi che rendono più semplice realizzare questo schema
Realizzare l’elenco dei concetti chiave da mettere nelle mappe concettuali non è facile, anche dopo aver letto il capitolo da studiare. Per aiutarsi si può sempre partire dal testo contenuto nel materiale di studio, evidenziando al suo interno le nozioni più importanti e riportandole tali e quali. Soprattutto quando si studiano argomenti che richiedono un lessico specifico si tratta di un consiglio prezioso.
Bisogna anche considerare quando si usa questa rappresentazione grafica per riassumere capitoli brevi il risultato spesso è uno schema con struttura lineare. Se però c’è un argomento vasto occorre disegnare vari collegamenti, alcuni determinanti altri meno di rilievo. Usare simboli aiuta ma a distanza di qualche giorno quelli che sembravano chiari possono diventare confusi.Â
La soluzione per evitare di trovarsi di fronte a degli schemi incomprensibili è costruirsi una legenda dei simboli e dei colori usati. La cosa migliore è stabilirne una da usare per tutte le mappe concettuali che si faranno da quel momento in poi. Grazie all’abitudine infatti a poco a poco si diventerà sempre più veloci disegnarle e studiarle sarà ancora più semplice.
I software migliori per costruire delle mappe concettuali
Se ci sono studenti puristi che amano riempire quaderni e block notes con gli schemi c’è chi preferisce costruirli e salvarli in digitale. Basta una semplice ricerca per trovare sul web diversi programmi non solo per progettare le mappe ma anche per condividerle con il proprio gruppo di studio.
Per chi fosse alle prime armi la cosa migliore è partire dal sito di MindMeister, che mette a disposizione modelli di mappe concettuali già preimpostati.
Questa risorsa può permettere di iniziare a capire quale sia il modello organizzativo più adatto provandone alcuni di già testati.Â
Un’altra soluzione valida e alla portata di tutti in quanto prevede un ampio arsenale di strumenti è XMind, che ora implementa anche l’AI generativa. Consente di costruire mappe dove inserire vari formati di file oltre a note audio e stickers per personalizzarle al meglio. Per chi studia Matematica o Chimica è possibile anche inserire e valorizzare le formule con un formato apposito.
Molto usato per i lavori di gruppo c’è anche un sito open source, ossia WiseMapping. Oltre a consentire di lavorare in più persone su uno stesso progetto dà la possibilità di esportarlo in diversi formati, tra cui il PNG, il JPG e il SVG.Â
Uno strumento adatto a tutti?
La mappa torna utile per esempio a chi ha uno stile cognitivo verbale-visivo, ma può risultare poco adatta a chi invece apprende bene tramite l’ascolto. Gli studenti che hanno uno stile cognitivo uditivo anzi studiano al meglio anche solo registrando le spiegazioni e riascoltandole a casa.Â
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Potrà stupire scoprire che le mappe concettuali sono perfette anche per chi apprende tramite le attività pratiche. Si parla di stile cognitivo cinetico, detto così perché richiede di creare per memorizzare. Questo schema è perfetto per stimolare chi studia così, prevedendo magari di progettare la mappa a mano invece che al PC. Serve infatti dinamismo per mantenere l’attenzione di chi ha questo stile cognitivo.