Molarità: cos’è, come si calcola e quali errori evitare

Molarità - cos’è, come si calcola e quali errori evitare

La molarità e la concentrazione della soluzioni

Durante lo studio delle soluzioni in chimica si introducono diversi sistemi per definire quale sia la concentrazione del soluto. Fra questi oltre a quello che esamineremo in dettaglio di seguito possiamo ricordare la concentrazione percentuale massa/massa (m/m), quella Volume/Volume (V/V) e per finire la percentuale massa/Volume (m/V). 

Per chiarezza possiamo anticipare che tutte queste concentrazioni, compresa quella in esame, si basano su un rapporto fra la quantità di soluto e la soluzione nel suo insieme. Non bisogna confondere solvente e soluzione, poiché spesso la differenza in termini di massa o volume è ingente. 

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Definizione, formula e calcolo

Possiamo definire la molarità come il rapporto fra il numero delle moli di soluto e il volume della soluzione in cui questo risulta disciolto. Per rinfrescare il concetto, la mole è la quantità di sostanza pura o composto che corrisponde a un numero di Avogadro di atomi e molecole ( 6,02214076×1023 mol−1). La consideriamo anche come una quantità in grammi di sostanza o composto che corrisponde (dal punto di vista numerico) alla massa molecolare o atomica. Questo significa che una mole può avere massa molto diversa in base all’elemento o al composto considerato.

La formula che si utilizza per calcolarla è la seguente: M = nsoluto/Vsoluzione. Il volume si esprime in litri anziché in mL come avviene nel caso delle concentrazioni percentuali m/V e V/V. L’unità di misura di conseguenza è la mole su litro (mol/L) e per indicare la concentrazione in moli si rappresenta il simbolo chimico del soluto fra parentesi quadre. Per esempio [NaCl],  [HCl] ecc.

Per fare un esempio, supponiamo di avere una soluzione in cui sono disciolte 2,5 moli di cloruro di potassio (KCl) di volume pari a 1300 mL. Calcolare la sua molarità è facile, una volta fatta l’equivalenza per avere il volume espresso in litri, ovvero 1,3 L. Usando la formula vista sopra è M = 2,5/1,3 = 1,92 mol/L. 

Qualora la quantità di soluto sia espressa in grammi occorre prima determinare questi a quante moli di composto o sostanza pura corrispondano. Occorre perciò fare un calcolo in più, usando la formula nmoli = massasoluto/MMLa sigla MM sta per massa molecolare, ricavabile dalla somma delle singole masse atomiche espresse in u.m.a. sulla tavola periodica.

L’errore comune fra molarità e molalità

Come accennato all’inizio, bisogna fare sempre attenzione a non confondere il solvente con la soluzione, poiché quest’ultima è l’insieme di soluto e solvente. Calcolarla confondendo questi due elementi può portare a una facile sovrastima e quindi a gravi errori se rapportati nel pratico. Un errore anche peggiore però è confonderla con un’altra misura della concentrazione delle soluzioni, ossia la molalità

Naturalmente considerando che tra le due cambia appena una lettera, e anche il simbolo è simile (m per la molalità) risulta facile confonderle già leggendo il testo di un problema. Nonostante queste somiglianze però la molalità è una grandezza molto diversa. Rapporta infatti le moli di soluto con la massa della soluzione e non con il suo volume. 

Una soluzione che ha molarità pari a 1 contiene una mole di soluto ogni litro di soluzione. Ma se la stessa soluzione ha molalità pari a 1 significa che la mole si trova in un chilogrammo di solvente. La massa cambia in base alla densità della soluzione, e dunque le due grandezze non coincidono praticamente mai. Un’altra differenza fra le due è il fatto che la molalità non risenta affatto dell’influenza della temperatura.

Sebbene si possa obiettare che nel caso dell’acqua volume e massa coincidano c’è da considerare la presenza del soluto. La sua presenza infatti influenza il valore della densità, che quindi cambia rispetto al valore che ha per il solvente puro.

Esercizio sulle formule inverse 

Vediamo adesso qualche esercizio un po’ più impegnativo sulla molarità che spinga a ragionare un po’. Consideriamo una soluzione acquosa con M = 0,76 di NaCl e supponiamo di voler ricavare la quantità esatta di soluto in grammi disciolta in un volume pari a 350 mL. 
 
Prima di tutto sappiamo che il valore di M esprime le moli presenti in un litro. Dobbiamo perciò capire per prima cosa quante ce ne siano nel volume dato, che è di soli 0,35 L. Non serve altro che una semplice proporzione, cioè 0,76 : 1 = x : 0,35. Il valore di x si ricava facendo (0,76 x 0,35)/1 = 0,266 moli.
 
A questo punto ci serve trovare la massa molecolare (e quindi la massa molare) del soluto, che possiamo ricavare sommando le masse atomiche del sodio (Na) e del cloro (Cl). La massa molecolare del cloruro di sodio quindi sarà 23 + 35,45 = 58,45 grammi. Questo è il peso di una mole, ma nel volume indicato abbiamo solo 0,266 moli. La loro massa si trova moltiplicando la massa molare per il numero di moli, quindi 58,45 x 0,266 = 15,54 grammi. 
 

La molarità e il numero di moli

Questa grandezza ritorna anche in calcoli fondamentali per capire la natura delle soluzioni, come il pH e la costante di equilibrio (Keq). Dato che commettere errori nel loro calcolo può portare a conseguenze gravi, come sottovalutare l’acidità di un liquido, bisogna parlare anche di un altro errore grave ma comune.
 
Quando si legge il numero di moli di soluto presenti in un solvente infatti si tende a pensare automaticamente che questo si trovi in qualsiasi porzione della soluzione descritta. In sintesi, come abbiamo visto negli esercizi precedenti, a pensare che il volume riportato contenga le moli indicate. Ma la concentrazione dipende sempre dal volume della soluzione. 
 
Questa svista nella determinazione della molarità è frequente quando si svolgono gli esercizi sull’equilibrio chimico. Una volta determinate quante moli di reagenti e di prodotti ci sono in condizioni di equilibrio tanti passano subito a sostituire questi valori nella formula. Ma come vediamo esaminandola questa è Keq = [C]c[D]d/[A]a[B]b, dove C e D sono i prodotti mentre A e B i reagenti. In quanto riportati fra parentesi quadre sono tutte concentrazioni da esprimere in moli su litro, come detto prima.
 
 

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